foto: cascinabiblioteca.it |
Allora cos'è una ciclofficina? Per chi non è dell'ambiente la parola può essere d'inganno, ci si immagina un luogo in cui si riparano o costruiscono biciclette, ma è un'idea del tutto riduttiva.
Qualcosa di vero però c'è: le ciclofficine (spesso definite popolari o sociali) sono luoghi dotati di attrezzatura specifica per la riparazione di biciclette. Ma sono anche e soprattutto dei luoghi di incontro, di solito gestite da associazioni o gruppi informali di persone che a titolo gratuito (o su offerta libera) assistono chi ne fa richiesta nella riparazione del proprio mezzo, aiutando in modo diretto o mettendo a disposizione l'attrezzatura.
Spesso le ciclofficine non si limitano a questo: sono anche luoghi in cui si fa cultura, si organizzano eventi, incontri, scambi di idee. In questo modo si possono far convergere temi anche diversi dalla mobilità sostenibile, a seconda delle caratteristiche del gruppo che ha fondato l'iniziativa.
I principi generali che sono alla base di una ciclofficina sono la promozione della mobilità sostenibile, la valorizzazione della manualità, il recupero e riuso di vecchie biciclette destinate al cassonetto della spazzatura e la condivisione di saperi. Tutte iniziative che prevedono la socializzazione tra i partecipanti.
In Italia il mondo delle ciclofficine è in continua espansione, se ne contano a decine nelle grandi città e spesso ce n'è almeno una anche nei centri più piccoli. Aprirne una non è complicato e non costa nemmeno molto, se ci si accontenta di partire con attrezzi di base. Quello che serve è un luogo in cui allestirla, delle vecchie biciclette, ma soprattutto un gruppo di persone che abbia voglia, tempo ed energie da spendere nel progetto.
Di un estrattore si può fare a meno, delle persone no.
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